Thursday, March 3, 2011

La storia del Teatro Verdi in mostra

Comunicato stampa: 03.03.2011 11:20
Rubrica:  [Cultura] 

La storia del Teatro Verdi in mostra

Il Teatro Verdi (Apri l'immagine jpg, 35 Kilobyte, 544 per 346 pixel)

Il Teatro Verdi

 
Apre in Galleria Civica l'esposizione dedicata al Teatro Civico bombardato durante la guerra e poi abbattuto

"Stadttheater/Teatro Civico/Teatro Verdi di Bolzano 1918-1943. Storia di un teatro di confine" è il titolo della mostra promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Bolzano e organizzata dall'Ufficio Servizi Museali e Storico-artistici e dall'Archivio Storico del Comune negli ambienti della Galleria Civica dal 5 marzo al 26 giugno  (da martedì a venerdì: 9.00-13.00, 15.00-19.00; sabato e domenica: 10.00-18.00; lunedì chiuso; info 0471-977885, 0471-997697).

Obiettivo primario della mostra è di restituire alla memoria collettiva la storia ed il ricordo del principale teatro pubblico presente nel capoluogo nella prima parte del Novecento. Stamane la presentazione in anteprima per la stampa, domani venerdì 4 marzo alle 18.00 l'inagurazione e poi l'apertura al pubblico.

Patrizia Trincanato, assessore alla Cultura del Comune di Bolzano presentando l'evento ha detto che: "La storia di questo teatro rispecchia la storia recente di questa terra e della nostra citta?. Lo si puo dedurre gia?dalle sue varie denominazioni. Ammirevole il corraggio dell' allora sindaco Julius Perathoner di realizzare questo teatro con ben 700 posti in un periodo di guerra. Perathoner era consapevole del fatto che la cultura non avrebbe sfamato la comunità in maniera diretta, ma avrebbe avuto un ruolo estremamente importante anche e prima di tutto in una fase storica particolarmente difficile".

Come ha spiegato la  curatrice dell'esposizione Angela Mura dell'Archivio Storico Cittadino che con Massimo Bertoni ha curato anche il catalogo,  la mostra  racconta storia, vicende e vicissitudini del  Teatro Civico, commissionato dal borgomastro Julius Perathoner,  realizzato da Max Littmann, architetto di Monaco di Baviera di fama internazionale specializzato nella progettazione di edifici teatrali. Fu inaugurato nel 1918. Sorgeva nel parco della stazione e poteva contenere 750 spettatori, distribuiti nella platea e nelle due file di loggioni. I bombardamenti alleati alla vicina stazione lo danneggiarono gravemente a partire dal settembre 1943, finché, nel Dopoguerra, fu abbattuto. La sua storia artistica si intrecciò con i cambiamenti politici e sociali che segnarono il periodo tra le due guerre.

Una storia, non solo artistica  che si intrecciò con i cambiamenti politici e sociali che segnarono il periodo tra le due guerre. Dopo l'iniziale gestione tedesca, caratterizzata dall'attività della compagnia stabile e dall'ospitalità di compagnie provenienti da Austria e Germania, seguirono stagioni con programmazioni distinte per lo spettatore italiano e tedesco. A partire dal 1934 gli spettacoli di prosa e di rivista si tennero solo in lingua italiana e sul palcoscenico salirono attori prestigiosi quali Wanda Capodaglio, Alexander Moissi, Paola Borboni, i fratelli De Filippo, Angelo Musco, Ruggero Ruggeri, Memo Benassi, Dina Galli, Maria Melato, Salvo Randone. Il melodramma, grazie all'impegno di Mario Mascagni, diventò un punto fermo nel processo di italianizzazione della cultura dello spettacolo. Furono scritturate le voci più belle della lirica nazionale, Toti Dal Monte, Gilda dalla Rizza, Antonio Bagnariol, Mario Del Monaco.
I
l percorso espositivo della mostra si apre con una sezione monografica dedicata all'architettura del Teatro Civico, dedicato a Giuseppe Verdi nel 1937: i progetti originali di Littmann, le tante fotografie di interni ed esterni, una fedele ricostruzione della forma dell'impianto, restituiscono la sua imponenza e bellezza. Preziosi documenti relativi alla storia della sua gestione e reperti, ne completano la conoscenza.

Altrettanto suggestiva e ricca di materiali si presenta la sezione dello spettacolo. Vicino ai volti degli attori e cantati, italiani e tedeschi, che interpretarono commedie, melodrammi, operette e varietà sul palcoscenico del teatro bolzanino, sono esposti costumi del tempo, copioni di opere rappresentate, oggetti di scena.

Altri spazi espositivi illustrano le diverse funzioni assolte dal teatro, quali l'ospitalità, durante gli anni di governo fascista, di manifestazioni e celebrazioni civili (la Befana Fascista, la ricorrenza della Marcia su Roma, ecc), le Mostre Biennali d'Arte, proiezioni cinematografiche e competizioni sportive.

Al piano inferiore la mostra propone una ricostruzione, attraverso immagini e suoni, della vita del Teatro Civico. Una serie di installazioni video coordinate ci restituisce la suggestione della sua programmazione artistica: sullo sfondo il repentino mutare di scenari nella realtà cittadina tra le due guerre restituisce lo spirito culturale del tempo.

Accompagna la mostra un volume monografico, curato come detto da Massimo Bertoldi e Angela Mura, che analizza le caratteristiche architettoniche dell'edificio e approfondisce le stagioni teatrali in cui si esibirono importanti attori di prosa e cantanti lirici, tedeschi e italiani.

 

(mp)

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Dopo i bombardamenti (Apri l'immagine jpg, 109 Kilobyte, 1009 per 718 pixel)

Dopo i bombardamenti

Erano 700 i posti a sedere (Apri l'immagine jpg, 132 Kilobyte, 539 per 833 pixel)

Erano 700 i posti a sedere

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Locandina

 
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