La Colomba della Pace riprende il suo volo
E' rimasta cusotodita in Comune a Bolzano presso l'Archivio Storico per quasi un anno. Ora, come da prassi, riprende il suo volo. Stiamo parlando (in senso metaforico) del premio "Colomba della Pace Martin-Niemöller" onoreficienza consegnata nel 2012 all'Archivio Storico della Città di Bolzano, al suo direttore Hannes Obermair e al suo team per l'intenso lavoro scientifico sul fascismo e il nazionalsocialismo, considerato un veicolo di pacificazione e di riconciliazione fra i popoli.
Il premio annuale, viene ora ceduto all'associazione internazionale Anne Frank di Worgl in Austria. Saranno personalmente l'Assessore alla Cultura Patrizia Trincanato, Hannes Obermair e Carla Giacomozzi dell'Archivio Storico a consegnare la Colomba della Pace nel tardo pomeriggio di mercoledì 27 marzo a Woergl.
"Per noi è stato davvero un grande onore custodire la Colomba della Pace ricevuta dagli alunni della scuola media di Dobbiaco" ha affermato l'Assessore Trincanato " e ci fa piacere di poter a nostra volta consegnare questo prestigioso riconoscimento ad altri giovani cittadini che s'impegnano per promuovere la pace".
L'onorificenza fu attribuita la prima volta nel 2010 al sito memoriale di Dachau con la sua chiesa evangelica di riconciliazione ed è stato da lì consegnato all'Archivio Storico del Lago di Braies, sotto la direzione di Caroline Heiss e Hans-Günter Richardi. Essi attribuirono il premio nel 2011 alla Scuola media di Dobbiaco per il progetto pluriennale di pace portato avanti da Hermann Rogger con diverse classi. La scuola, come detto, ha deciso di passare l'onoreficienza al Comune di Bolzano e ora il nuovo passaggio di testimone.
La colomba della pace intitolata a Martin-Niemöller è una di 30 colombe bronzee con il ramicello d'olivo create dall'artista germanico Richard Hillinger. Il teologo e parroco evangelico Martin Niemöller (1892-1984), avversario del regime nazista, fu internato dal 1937 in poi nei campi di concentramenti di Sachsenhausen e Dachau. Nel aprile del 1945 fu liberato dagli Americani in Alto Adige, dopo essere stato, nell'ultima fase del conflitto mondiale, deportato a Braies dalle SS assieme ad altri ostaggi prominenti. Niemöller già nell'ottobre del 1945, pubblicò con grande coraggio intellettuale una pubblica ammenda, la cosiddetta "Stuttgarter Schuldbekenntnis", con la quale denunciò in chiare parole la complicità dei cristiani e della società civile intera con i terribili crimini del nazionalsocialismo.
Le colombe della pace in sua memoria si rifanno ai trenta articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite. Le colombe vengono consegnate con un atto simbolico a varie personalità, fra cui Nelson Mandela, il Dalai Lama ed altri premi Nobel della pace, nonchè a persone che si sono impegnate per la pace e la riconciliazione dei popoli in qualsiasi parte del mondo.
Il lavoro di pace dell'Archivio Storico del Comune di Bolzano
"Per l'Archivio Storico la consegna della colomba di pace rappresenta un'alta onorificenza. Essa è il frutto del continuo lavoro di memoria che l'istituto ha dedicato negli anni proprio ai periodi più bui della storia di Bolzano e del territorio, profondamente segnati dall'esperienza totalitaria. Quest'attività si è svolta su diversi piani, su quello scientifico e pubblicistico (attraverso libri, conferenze e seminari), su quello didattico (attraverso visite guidate nello spazio cittadino e l'elaborazione di percorsi tematici) e infine attraverso interventi tangibili nello spazio pubblico (con la realizzazione di siti della memoria e con la dedica di strade piazze a personalità dell'antifascismo).
I temi centrali di queste iniziative possono essere raggruppati così:
1) La memoria attiva dell'Olocausto attraverso il ricordo delle vittime del Lager nazista di Bolzano, memoria che viene mantenuta viva grazie ai siti della deportazione, ai quali ultimamente si è aggiunto il "Passaggio della Memoria" in via Resia dinanzi ai resti del campo di concentramento.
2) Il massacro del 12 settembre 1944, quando le SS uccisero ad Oltrisarco brutalmente 23 internati del Lager di Bolzano.
3) Le famigerate "leggi razziali" fasciste del 1938/39, che comportarono la spietata discriminazione della popolazione ebraica da parte del regime fascista e che avrebbero facilitato di seguito ai nazisti la cattura, la deportazione e l'uccisione delle loro innocenti vittime.
4) La memoria di Franz Innerhofer, la prima vittima della violenza fascista a Bolzano, uccisa il 24 aprile 1921.
Queste molteplici iniziative prendono spunto dal concetto " Bolzano: città di due dittature". Esso è rivolto alla rielaborazione in chiave storica del fenomeno particolare che una città e una regione abbiano vissuto una duplice esperienza dittatoriale, sia il fascimo italiano che quello tedesco con le loro odiose manifestazioni. L'Archivio sta pertanto proponendo da tempo modi di leggere la storia che affrontino questa scomoda eredità, sfruttando allo stesso tempo le grosse opportunità di rielaborazione che possano offrire una politica democratico della memoria. È importante che l'opinione pubblica, le scuole, la ricerca, chi abita questa città da tempo e chi da poco vi è immigrato apprendano quali immagini di storia la città porti con sé e come poterne parlare in modo adeguato".
Archivio Storico Città di Bolzano
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