Adopt Srebrenica, per documentare e non dimenticare
Nel luglio del 1995 Srebrenica, enclave bosniaca all'epoca della guerra dei Balcani (1992-1995) venne occupata dalle truppe serbo-bosniache che deportarono la popolazione e compirono un vero e proprio genocidio; il tristemente famoso "massacro di Srebrenica" compiuto dalle truppe paramilitari del generale Ratko Mladić in cui morirono circa ottomila civili uomini e ragazzi bosniaci tra i 14 ed i 70 anni. Un'operazione di "pulizia etnica" nella Bosnia orientale in un territorio in cui, fino a poco tempo prima del conflitto, convivevano pacificamente ortodossi, cattolici e mussulmani di diverse etnie.
"Adopot Srebrenica" è un progetto interculturale avviato nel 2006 su iniziativa dell'associazione Tuzlanska Amica, della Fondazione Alexander Langer e sostenuto dal Comune di Bolzano che intende recuperare il rispetto della cultura dell'altro dando voce a quella parte della società che non si rassegna ai contrapposti nazionalismi, creando uno spazio aperto per la condivisione di programmi di lavoro comuni e per la costruzione di relazioni durature attraverso la creazione a Srebrenica di un Centro Interculturale di studio e documentazione, per la prevenzione e la mediazione dei conflitti.
In questi giorni alcuni giovani serbi e mussulmani del gruppo "Adopt Srebrenica" che si riconoscono in questo progetto, anche con il supporto attivo e concreto del Comune di Bolzano ed in particolare dell'Archivio Storico, stanno acquisendo esperienza e nozioni operative per arrivare alla creazione di un Centro di Documentazione per la prevenzione e la mediazione dei conflitti.
Nel corso di una conferenza stampa presso l'antico municipio l'Assessore alla Cultura del Comune Patrizia Trincanato presentando i nuovi passi compiuti da Adopt Srebrenica, ha sottolineato come l'obiettivo sia anche quello di avviare e costituire una rete di città a sostegno di questo progetto con Bolzano capofila per garantire maggiore organicità e continuità a questa importante esperienza e laboratorio di pacifica convivenza. "La Città di Bolzano ospita in questi giorni con grande gioia e partecipazione i volontari di questo progetto fermamente convinta nel voler continuare questa collaborazione con Srebrenica, per continuare a parlare e ricordare quanto accaduto e costruire un futuro per questa regione dilaniata dalla guerra civile" ha dichiarato Patrizia Trincanato.
Il primo passo compiuto, ha sottolineato Andrea Rizza della Fondazione A. Langer e referente locale del progetto, è stato quello di avviare la ricerca e la raccolta di foto ed immagini (che prosegue tutt'ora) per testimoniare la vita di persone e di luoghi, di situazioni, completamente cancellati dalla guerra. Una ricerca impegnativa, con il tentativo di recuperare un' identità per non dimenticare e cancellare il passato e ricostruire un rapporto di pacifica convivenza.
Alcuni ragazzi di Adopt Srebrenica, hanno raccontato la loro esperienza e loro voglia di recuperare, anche grazie a questo progetto interculturale, la fiducia reciproca. Rimane forte il bisogno di convivenza e memoria condivisa, di un rapporto tra cittadinanza individuale e diritti dei gruppi, di tutela e valorizzazione di vecchie e nuove minoranze. Esplorare cioè le potenzialità di un gruppo misto nell'avviare un percorso di rielaborazione del passato e di dialogo interetnico, finalizzato a sperimentare la possibilità di una convivenza pacifica in un difficile contesto post genocidio, tenendo conto che ci si trova ad operare in una collettività ancora pesantemente traumatizzata.
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